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Il rispetto della vita nell'acqua e sulla terra - principio fondamentale del turismo responsabile

Il nono articolo della rassegna "Obiettivo: turismo responsabile" è dedicato al 14esimo e al 15esimo obiettivo dell’Agenda 2030 incentrata sul tema della vita in acqua e sulla terra.

Il seguente articolo è focalizzato sugli obiettivi 14 e 15 dell’Agenda 2030 - la vita sulla terra e nell’acqua e la loro relazione con il turismo responsabile.


Maurizio Davolio, Presidente di AITR, afferma che il tema della vita sulla terra e nell’acqua costituisce per il turismo una componente attraente del prodotto, quindi abbiamo una ragione in più rispetto a tutti gli altri per proteggere e tutelare la natura e la fauna.


La prima intervistata è Chiara Grasso, fondatrice di Eticoscienza, etologa, giornalista e scrittrice. Secondo Chiara turismo e conservazione dell’ambiente sono due mondi che si intersecano e l’uno non può vivere senza l’altro. Il turismo, quello sostenibile e responsabile, è autore e facilitatore per la conservazione di circa 80 specie a rischio. I turisti, infatti, possono giocare un ruolo fondamentale nella salvaguardia di specie a rischio come ad esempio i pinguini sud africani, i ghepardi e tantissime altre specie che giovano della presenza turistica. D’altra parte, invece, un turismo che non fornisce un vero aiuto alla conservazione è un turismo che sfrutta oltre 500.00 milione di animali, come dimostrato da numerosi studi scientifici.

Sono un esempio i falsi santuari dove il turista involontariamente e in totale buona fede si reca in questi luoghi credendo che siano centri di recupero ma in realtà sono luoghi che sfruttano gli animali e che non generano ricadute positive per le popolazioni locali.

 

Il secondo intervistato è Gianluca Mancini, direttore di WWF Travel. Mancini spiega come il WWF Travel ha sentito l’esigenza di costruire dei viaggi basati sul turismo responsabile che portassero un contributo effettivo alla tutela e alla conservazione della fauna selvatica. Un esempio è l’operazione del Tethys nel Santuario Pelagos, un'area marina protetta situata tra le coste della Corsica, dove vengono organizzate crociere in barca a vela accompagnati da un biologo marino. Durante la crociera i partecipanti vengono coinvolti in diverse attività: c'è chi si occupa di foto identificazione, chi di raccolta dati, chi di inserimento dei dati nel database e questo fa sì che il partecipante si senta parte di un progetto di conservazione estremamente gratificante. Questo tipo di esperienza, definita citizen science, riesce a coniugare l’elemento dell’educazione ambientale con quello del contributo alla scienza.


 Il terzo intervistato è Stefano, fondatore e direttore del Tour Operator Africa Wild Truck, che opera tra Malawi, Zambia, e Mozambico. Stefano racconta le esperienze sul territorio africano, in particolare quella del Majete Wildlife Reserve. Questo è stato uno dei primi parchi che grazie ad African Parks, un'associazione voluta da Nelson Mandela e che si adopera per la conservazione della fauna e della flora della regione, è riuscito a sviluppare una forma di turismo responsabile. Portare il turismo in questa zona era abbastanza difficile poichè il parco era carente di animali autoctoni, i cosidetti "big five", che un ospite genralmente desidera vedere, ed era sottopressione a causa delle comunità locali che lo utilizzavano per procurarsi carne e legna. Grazie al lavoro sinergico tra le comunità locali e altri paesi africani, i parchi del Paese stanno ricevendo benefici molto importanti. Infatti, oltre al lavoro con il turismo internazionale si sta lavorando ad un report che evidenzi l'importanza della sostenibilità energetica, in modo da ottenere benefici importanti e cercare di coinvolgere anche altre realtà.


Gianluca prosegue spiegando cosa può fare il turismo responsabile per la fauna e flora marina. Per Gianluca la divulgazione è lo strumento principale poiché manca la consapevolezza del patrimonio marino dei nostri mari. Molti pensano che l’unica forma di cetaceo che si può trovare è il delfino, ma le balenottere comuni sono anch'esse una specie marina diffusa nei nostri mari e che molto spesso è tra le vittime principali della navigazione e dell’impatto sonoro.

Il mare è il luogo dove la maleducazione e la mancanza di rispetto sono molto più diffusi rispetto che sulla terra ferma. Attraverso l’ufficio stampa e con il progetto Blue Panda, il WWF cerca di educare e sensibilizzare le comunità locali e i turisti.


Chiara Grasso torna a sottolineare l'importanza del rispetto dell'ambiente. Ne parla nel suo libro "VIAGGIA GREEN NELLA NATURA" , una guida pratica di diverse esperienze unite alle ideologie di turismo sostenibili. Un esempio emblematico è quello di una comunità del Costa Rica che quando ha capito che i turisti si recavano lì per vedere quella meravigliosa biodiversità che loro avevano e davano per scontata, ha deciso di non sfruttare più la natura e la foresta. In questo il turismo è fondamentale come collante tra popolazione locale e conservazione.


Stefano racconta dei danni che i safari possono arrecare nei parchi naturali, poiché si possono distruggere le tracce di animali, piccoli insetti e odori della fauna.


"Nel nostro piccolo, cerchiamo di fare la nostra parte per sensibilizzare i visitatori sul rispetto dell'ambiente e della fauna locale. Spesso riceviamo richieste da parte di turisti che vogliono fare un safari "fuori strada", cercando di avvicinarsi agli animali e magari spingersi oltre i sentieri tradizionali. Il mio obiettivo, alla fine di ogni viaggio, è che gli ospiti mi chiedano di non allontanarci mai dai percorsi tracciati. La ragione è semplice: uscire dalla strada ha un impatto negativo sul parco, spesso invisibile ma molto profondo. I danni non si limitano a distruggere tracce importanti per gli altri animali, come quelle lasciate da piccoli insetti o camaleonti, ma possono anche coprire le impronte di predatori come le leonesse, rendendo difficile il monitoraggio della fauna selvatica.

Educare i visitatori è fondamentale. Una volta che comprendono gli effetti negativi dell'uscire dal percorso, non ci sarà più bisogno di spiegazioni: la maggior parte di loro sarà disposta a rispettare le regole. L'approccio corretto è quello di minimizzare il nostro impatto sull'ambiente, sia in termini ecologici che economici.


Un turista ben informato sa che il suo contributo economico ha un impatto diretto e positivo sul paese che visita. La quota versata non solo sostiene i parchi, ma aiuta anche gli operatori locali e finanzia progetti vitali. In particolare, nei parchi nazionali è possibile usare queste risorse per educare i bambini delle comunità circostanti, facendo loro comprendere il valore della fauna e dell'ambiente che li circonda come una vera e propria opportunità di sviluppo. L'effetto positivo si riflette, quindi, non solo sulla conservazione ambientale, ma anche sul miglioramento delle condizioni sociali ed economiche delle popolazioni locali. Perciò, ogni piccola azione di consapevolezza che riusciamo a trasmettere ai turisti ha un valore che va ben oltre il semplice rispetto delle regole: contribuisce a un circolo virtuoso che porta benefici all'intero ecosistema, sociale ed economico del Malawi."


Chiara riflette sulla propria esperienza personale, ammettendo di essere stata sia vittima che carnefice all'interno di un'esperienza di volonatriato in un falso santuario. Nel 2015, è stata volonatria di un falso santuario che si occupava della cura dei ghepardi, un’esperienza che l’ha trasformata. Per questo sottolinea il rischio dei falsi santuari, che ingannano i turisti facendoli credere che l’interazione con gli animali contribuisca alla loro salvaguardia. In realtà, ogni anno oltre 500.000 animali sono sfruttati come attrazioni turistiche.


Per quanto riguarda l’interazione con i gli animali liberi nel loro habitat, Gianluca spiega che, pur non vietando attività come lo snorkeling con le orche in Norvegia, si cerca sempre di educare i turisti sul rispetto degli animali, evitando comportamenti invasivi.


Infine, Stefano parla della situazione del Lago Malawi, famoso per i suoi Ciclidi. Nonostante la sua bellezza selvaggia, l’aumento della pressione turistica e della pesca, soprattutto nei periodi di riproduzione, sta mettendo a rischio la sostenibilità del lago. Le reti troppo strette e l’overfishing minacciano l’ecosistema, ma si sta cercando di sensibilizzare la popolazione locale e le autorità per proteggere la fauna acquatica.


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